malefatte… di città di venezia

Vecchi striscioni, nuove borse.
Itineranti memorie di mostre, eventi e manifestazioni del territorio
Ufficio Servizio Civile, Comune di Venezia
In collaborazione con la cooperativa Rio Terà dei Pensieri e la Casa Circondariale maschile Santa Maria Maggiore, Venezia

I banner in PVC prodotti per pubblicizzare i fatti della città rivivono sotto forma di borse. Un progetto dell’Ufficio Servizio Civile della Città di Venezia in collaborazione con la cooperativa Rio Terà dei Pensieri che fornisce la manodopera con la sua presenza nel carcere maschile di Santa Maria Maggiore… e con un po’ di ironia.

Borse che portano con sé avvenimenti della città, itineranti memorie di mostre, eventi e manifestazioni del territorio.
All’originale contesto, però, difficilmente si potrà risalire: si tratta infatti di manufatti unici, da collezione, brandelli decontestualizzati, ricuciti nel vero senso della parola per dar vita a lavori originali, non seriali. Colori e forme assumono nuova foggia grazie a scorci selezionati da metrature ampie, tagli che ricreano suggestioni visive, pronte al primario uso del trasporto: di borse, infatti, si tratta.
malefatte… di città di venezia” è un progetto nato da una semplice intuizione: gli enormi striscioni pubblicitari, utilizzati a Venezia e terraferma per scopi promozionali, dove sono riposti terminato il loro periodo di utilizzo?

Dalla riflessione nata osservando ampie parti di striscioni “riciclati” come copertura di emergenza per barche, automobile, box, ecc. (grazie alla loro resistenza e impermeabilità), Luciana Zorzin, responsabile dell’Ufficio Servizio Civile del Comune di Venezia, coinvolge Fabrizio Olivetti, art director dell’Ufficio Grafico del Comune, che trae spunto per una nuova avventura.
E trovano sodali complici dando vita ad un gruppo di lavoro: la grafica Francesca Codrino e l’illustratore Lucio Schiavon si appassionano subito al progetto.
La realizzazione vera e propria, invece, è affidata alla cooperativa Rio Terà dei Pensieri che si propone, dal 1984, di svolgere attività di formazione professionale e riproduzione di manufatti all’interno delle carceri veneziane.
Il ricavato delle vendite servirà proprio a finanziare questa importante attività sociale.

Il primo beneficio è intuibile: riciclare materiale non più utilizzabile, e assai particolare.
Gli striscioni pubblicitari infatti sono normalmente realizzati in materiale plastico, denominato Polivinilcloruro o Cloruro di Polivinile (PVC appunto), e talvolta costituiti da più strati.
Il PVC ha iniziato ad essere prodotto su scala industriale dalla metà degli anni Venti negli Stati Uniti e dagli anni Trenta in Europa, dopo varie vicende sperimentali che risalgono al secolo precedente. Importante fonte di produzione è stata anche Marghera.
Presenta tuttavia alcune controindicazioni ambientali, e diverse associazioni europee di produttori di materie plastiche hanno già istituito un programma volontario, che mira ad abbattere gli effetti che si generano in fase di produzione. Qualche criticità si rileva anche nello smaltimento: i tempi di degradazione sono lunghissimi, se termodistrutto a temperature non adeguate può contribuire ad emissioni dannose nell’atmosfera.
La raccolta differenziata è invece il canale di riutilizzo a basso impatto. Ancor meglio quando, prima di diventare un rifiuto vero e proprio, viene completamente riutilizzato: proprio quello che si propone, con l’aggiunta di sfumature artistiche e sociali, e ampie dosi di ironia, il progetto malefatte… di città di venezia”.

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Hanno collaborato al progetto

per la grafica
Fabrizio Olivetti, Francesca Codrino, Lucio Schiavon

per i testi
Riccardo Petito

per la manodopera
Elena Botter, Halkay, Andi, Gentjan, Mateusz, Vladimir

per l’organizzazione
Luciana Zorzin, Michele Regini, Tiziana Lanza

per le traduzioni
Elizabeth Cicogna

si ringrazia
Andrea Costantini (Direzione Ambiente)

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Rassegna stampa Il Gazzettino e Leggo  –  Maggio 2009